L’Amministrazione comunale di Siracusa “spaccia” per “aggiornamento tariffario” l’applicazione degli aumenti indicati dall’Arera nel 2017 in base a degli indicatori che prendono in esame la qualità della gestione della risorsa idrica di una comunità sulla base delle perdite idriche, della qualità dell’acqua, delle interruzioni di servizio. La città di Siracusa, com’è noto e come Civico4 ha già denunciato, occupa il quarto posto in Italia per perdite idriche (67,6%), riporta 54 guasti importanti documentati negli ultimi 24 mesi, si caratterizza per una pessima qualità, a causa delle “elevate concentrazioni di cloruro di sodio”, dichiarate dallo stesso gestore in bolletta. Dunque, le politiche idriche dell’Amministrazione comunale sono fallimentari. L’Arera, con un sistema di incentivi e di penalità, intende proprio colpire le Amministrazioni che non fanno bene il proprio lavoro e creare le condizioni per investimenti che riportino gli indicatori verso standard più adeguati.

Per questa ragione, nell’incomprensibile Delibera dell’Ati idrico numero 6/2022, che appare più un’offesa alla trasparenza dei rapporti con l’opinione pubblica che un atto amministrativo, si fa riferimento alla raccolta e all’inserimento dei dati sul sito dell’Arera, senza alcun report reso pubblico su questi dati né alcun dibattito sull’effetto di questi dati rispetto agli indicatori della Delibera del 2017 e alle conseguenze sul piano tariffario. Quanti metri cubi di acqua vengono rilevati dai contatori dei cittadini e quanti metri cubi vengono invece prelevati alla fonte e non è forse vero che oggi la cittadinanza paga per questa e per ogni altra inefficienza di una gestione politica disastrosa?
Così come tardiva è la marcia indietro sulla ricerca del nuovo campo pozzi per migliorare la qualità dell’acqua. Civico4 – come una novella Cassandra – scrisse ad aprile 2022, a proposito del Capitolato magnificato dal Sindaco pro-tempore:
“Sfidiamo” l’Amministrazione comunale a sostituire gli attuali pozzi con valori fuori norma grazie al progetto al punto 3) degli obiettivi di gara entro la campagna elettorale del 2023 quando dimostreremo che non sarà riuscita a farlo. I pozzi fuori norma vanno sostituiti con urgenza e “Civico4” ritiene che vadano individuate delle alternative fattibili nel territorio cittadino, per restituire ai siracusani un’acqua con valori dentro la norma.
Prendiamo atto che l’Amministrazione comunale si sia resa conto di aver portato la città a sbattere sul muro dei ritardi e delle inevitabili penalità che oggi sta facendo pagare ai cittadini, ma pretendiamo che, anziché continuare a mistificare la realtà attraverso le comunicazioni alla cittadinanza che siamo costretti ad ascoltare, porga le proprie scuse ai siracusani. Perché gli aumenti delle tariffe sono per intero colpa dell’Amministrazione comunale.
Peraltro, non è corretto far pagare neanche un euro oltre i due anni dalla data di ricezione delle fatture in emissione, perché la legge 205 del 2017 ha ridotto a soli due anni la prescrizione del diritto al corrispettivo per i servizi idrici, per cui – quasi per intero – l’Amministrazione sta chiedendo per l’anno 2020 somme già prescritte.
Ma perché questo aumento delle tariffe dell’acqua arriva nel 2022, se la Delibera è del 2017, e non nel 2018, 2019, 2020 o 2021? Se l’Amministrazione comunale era obbligata a dare seguito a quella Delibera, come asserisce il Sindaco, come mai lo fa solo cinque anni dopo, rischiando – se è vero ciò che dice il Sindaco – un danno all’erario per non avere applicato una norma che pretendeva incassi maggiori rispetto a quelli effettuati?
I dubbi vengono alimentati dalla stessa Delibera 6/2022 dell’Ati idrico, che – contestualmente al cosiddetto “aggiornamento tariffario” – delibera anche l’anticipazione finanziaria richiesta dalla Siam SpA per le maggiori spese per l’acquisto di energia elettrica, in base ad un’altra Delibera dell’Arera ovvero la 229-22, secondo le modalità della circolare Csea 24/2022. E cosa dicono queste normative a proposito dell’anticipazione finanziaria? Alla lettera b) dei requisiti per l’anticipazione indicati dalla circolare, viene chiarito che requisito imprescindibile è l’aggiornamento tariffario biennale, che è stato deliberato poco prima dall’Ati idrico. Siamo sicuri, quindi, che il Sindaco di Siracusa non si sia “svegliato” dopo cinque anni per aggiornare le tariffe assecondando un obbligo di legge quanto piuttosto per determinare le condizioni necessarie per l’anticipazione finanziaria a Siam di denari che, comunque, dovranno essere restituiti mediante due rate, una in scadenza il 31 dicembre 2023 e un’altra il 31 dicembre 2024?
Dunque, i cittadini pagano oggi per consentire un’anticipazione finanziaria alla società che gestisce il servizio idrico? E questi soldi dovranno essere restituiti quando la società non sarà più l’ente gestore del servizio idrico comunale (il cui capitolato dura solo due anni)? E da chi?