“CARTELLE PAZZE”: UN’AMMINISTRAZIONE “NEMICA” DEI CITTADINI INCENTIVA UNA SOCIETA’ ESTERNA A TRASMETTERE QUANTI PIU’ AVVISI POSSIBILI E SENZA ALCUNA RESPONSABILITA’ SE NON QUELLA DI BONIFICARE LE BANCHE DATI ERRATE “A POSTERIORI”. E CHI PAGA TEMPO, DENARO E PAZIENZA DEI CITTADINI? NESSUNO.

La vicenda delle “cartelle pazze” ha smascherato l’ultimo velo di ipocrisia della classe dirigente del Vermexio. L’Amministrazione comunale di Siracusa è una Amministrazione “nemica” dei cittadini. La gente viene ingiustamente onerata di attività che non dovrebbe fare: giustificare il pagamento di tributi già versati, svolgere il compito di bonificare le banche dati sbagliate in possesso del Comune, attingere a ferie, permessi, tempo libero per alimentare stupide code agli sportelli ed eseguire funzioni già attribuite alla ditta appaltatrice del servizio di “supporto” alle entrate tributarie.
E qui sta la prima aberrazione del sistema del Vermexio. Il ruolo della società esterna individuata dall’Amministrazione comunale in ambito tributario dovrebbe essere quello di fornire un supporto all’ufficio e non quello di sostituirsi allo stesso, cosa che – a ben vedere le cose – pare sia ciò che accade a Siracusa. Quali sono oggi i dipendenti comunali che con competenza e consapevolezza si occupano delle entrate tributarie fino ad assumersi la responsabilità degli errori che accadono?
L’Amministrazione comunale ha affidato la gestione delle entrate tributarie ad una società esterna che viene pagata fino a 2 milioni e 400 mila euro all’anno, in parte con una quota fissa e in parte – più o meno il 23% - con una quota variabile che è il frutto dei maggiori incassi che ogni anno raggiunge, in base a quanto descritto dal Capitolato di appalto e dal Disciplinare di gara.
La società esterna può ottenere oltre 500 mila euro in più all’anno aggredendo le posizioni “già note” e quelle “non note”, utilizzando le banche dati presenti al Comune di Siracusa, “indipendentemente dalla qualità e dalla correttezza dei dati presenti”. Quindi, riteniamo che sia interesse di questa società trasmettere quanti più avvisi possibili, andando a colpire nel mucchio, con la presunzione che, per la regola dei grandi numeri, qualche soldo in più – soprattutto dalle posizioni tributarie “già note” (i soliti fessi) – entrerà nelle casse dell’ente.
Ma chi paga, signor Sindaco, per il tempo, i costi, la fatica che Lei sottrae a migliaia di cittadini siracusani costretti ad “aiutare” la società esterna per bonificare le banche dati errate che sono state fornite loro? Nessuno.
Secondo quanto previsto all’articolo 9 del Capitolato di appalto, l’appaltatore si deve occupare “dell’esattezza delle banche dati necessarie alla gestione dei tributi ordinari; pertanto, dovrà svolgere analisi specialistiche periodiche sulle basi imponibili dei singoli tributi ed intraprendere le dovute azioni correttive necessarie”. Un’attività che viene inserita tra le attività “straordinarie”, che l’appaltatore può comodamente fare man mano che i cittadini, ingiustamente vessati e tartassati, tornano presso gli uffici con i loro giustificativi per dimostrare gli errori del Comune.
Ecco perché non è per nulla vero quanto l’Amministrazione comunale asserisce in questi giorni millantando la propria presunta buona condotta: questo è un modo di procedere “avverso” ai cittadini, certamente le persone perbene, quelle che voi chiamate “posizioni già note” e che è più facile andare a colpire.
Per queste ragioni, chiediamo: a) il ritiro in autotutela delle "cartelle pazze"; b) l'individuazione di precise penalità per chi aggredisce ingiustamente un cittadino richiedendo tributi non dovuti; c) il ritorno alla gestione diretta delle entrate tributarie da parte del Comune; d) la bonifica di tutte le banche dati errate in possesso dell'Amministrazione comunale.